Una volta ho assistito ad uno spettacolo teatrale, tratto dai racconti di ‘Eva Luna’ di Isabel Allende, dove una straordinaria attrice raccontava di sua nonna, che poteva riconoscere e leggere la storia di popoli interi, di antiche civiltà, seguendo la trama di un tappeto...

La cosa mi affascinò molto, al punto che ad un certo punto della mia vita ho voluto provarci...

...a seguire un filo per scoprire nuovi mondi, nuove genti, la loro arte, le loro maestrie , così differenti, ma anche comuni nell’essenza...

...e sono partita, ho iniziato a viaggiare seguendo quel filo, a volte di cotone, a volte di seta, cashmere o oro, ma al di là di quanto fosse prezioso il filo, la grande bellezza stava nel lavoro, minuto, millenario, appassionato, necessario per trasformarlo in magnifici tessuti, capaci di raccontare...

Dovevo partire e andare lontano, ad Oriente e poi ad Occidente, per un nomadismo che mi porto dentro, non perché qui in Italia non ci fossero altrettanti fili speciali, anzi...ma ero spinta a cercare fuori da quello che conoscevo, affascinata dal diverso da me.

Tutto quello che ho incontrato seguendo un filo, aveva poi un corpo, calore e sangue. Tutto quello che ho potuto tenere in mano, toccare, strofinare, accarezzare, tastare e anche annusare, ho poi tentato di portarlo a casa e proporlo, a volte così come è, altre volte lavorandolo ancora.

Dai mercati del Mondo al mercatino di San Pantaleo, ho provato a portare quello che più mi ha colpito, qui in Sardegna, antica Terra, dove il filo, i telai e le trame dei tappeti attraversano ere intere, dove il filo è anche quello che trascende ogni cosa. Rappresentato nella sua limpida semplicità dalla grande artista Maria Lai qui, dove ho la fortuna di essere ospitata e dove, in un piccolo paesino della Gallura, si concentrano moltissimi occhi che sanno guardare, entusiasti e curiosi....è per questi occhi e per i miei che mi piace fare quello che faccio.

Non mi stanco mai di guardare e di farmi portare in giro da un filo......